Corrispettivi buoni pasto
Costituiscono un caso ricorrente di servizi «con corrispettivo non riscosso», ma con prestazione regolarmente resa, i ticket restaurant, cioè i buoni pasto, emessi anche in forma elettronica, per accesso ai servizi sostitutivi di mensa. La disciplina dei buoni pasto costituisce una specificità rispetto ai buoni corrispettivo monouso dal momento che i buoni pasto continuano ad essere assoggettati alla disciplina Iva prevista per i servizi sostitutivi di mense aziendali.
Da ciò deriva che le prestazioni di servizi di somministrazione di alimenti e bevande rese al cliente portatore del buono pasto, vengono poi remunerate dalla società emittente e solo in quel momento (pagamento del buono da parte dell’emittente all’esercente), salva emissione anteriore della fattura che documenta l’operazione, si verificherà l’esigibilità dell’Iva.
La circolare precisa, richiamando e confermando le risposte ad interpello n. 394 e 419 (quest’ultimo, per gli operatori della ristorazione,da leggere: molto interessante) del 2019, che, come avviene in caso di certificazione a mezzo scontrino fiscale, l’esercente al momento in cui risulta erogata la prestazione e ricevuto il buono pasto memorizzando il corrispettivo come non riscosso, in tutto e/o in parte, emette il DC e trasmette telematicamente i corrispettivi.
Fino al 30 giugno 2020 è prevista la trasmissione di un ammontare dei corrispettivi comprensivo anche degli importi dei resi, degli annulli, dei corrispettivi non riscossi collegati a ticket restaurant, ecc., invece a decorrere dal 1° luglio 2020 i dati dei corrispettivi giornalieri trasmessi all’agenzia delle Entrate riporteranno elementi informativi di maggior dettaglio finalizzati a valorizzare la peculiarità delle casistiche esistenti.
In sostanza viene riconosciuta tollerabile in sede di controllo, per le operazioni effettuate sino al 30 giugno 2020, la presenza di eventuali disallineamenti tra dati trasmessi e liquidazioni periodiche eseguite in ragione di tali accadimenti.